Il portale del Vaccarini

Risulta dubbia la attribuzione artistica del portale del Vaccarini, infatti In base all'atto del 1724, al momento dell'acquisto da parte dei Cerami, nel complesso della "Villa" sarebbero esistiti: il "porticato" e la "scala lapidea", nonchè la "scuderia" (ancora esistente e dalla Facoltà di Giurisprudenza trasformata in aula: quella detta "aula giardino") ed il "baglio": il solenne cortile oggi (ed anche allora?) con la palma . Giovanni Rosso nella sua "Memoria" scrive (p. 75) che il porticato", di ingresso alla Villa , "artisticamente barocco" era "opera pregevole del Vaccarini", venuto, com'è noto, a Catania il 27 dicembre 1729. Tale portale, che reca lo stemma dei Cerami , se è veramente opera del Vaccarini (1702-1768), sarà stato sostituito all'originario "porticato". L'ipotesi di attribuire al Vaccarini l'abbellimento del portone d'ingresso e della scala non è da escludere.




L'abate Gian Battista Vaccarini, grande architetto palermitano fu, com'è noto, il progettista delle facciate della Cattedrale, del palazzo del Municipio, della biblioteca e del refettorio del Monastero dei Benedettini, della Fontana dell'elefante, delle chiese di Santa Chiara e di San Giuliano, delle corti dell'Università e del Collegio Cutelli, della badia di Sant'Agata (il capolavoro, forse), dei palazzi Valle, Reburdone, San Giuliano, nonchédi altre opere.

Egli giunge a Catania a 27 anni, dopo essere stato allievo a Roma dell'Accademia di San Luca e di Carlo Fontana. Il successo che riscuote è immediato. Nel 1730 è nominato Soprintendente dell'Università, nel '35 gli è concessa la cittadinanza onoraria; nel '36 è dichiarato dottore in filosofia e matematica. Lascia Catania nel 1749, chiamato a Palermo dal vicerè de la Viefuille. Muore a Milazzo, dove era stato investito dell'abbazia, nel 1768.

Il Vaccarini è portatore a Catania di un barocco meno ampolloso e più contenuto di quello di altri: un barocco sobrio ed in pari tempo "classico-fiammeggiante" - come ha scritto l'arch. prof. Francesco Fichera. Via Crociferi è ricca di tale barocco; e la Villa Cerami - ch'è in alto a tale via - sarà stata partecipe del gusto e della finezza di quello stile, contenuto e ridente.




Dal 1735 al 1768, è IV principe di Cerami, Giovanni, figlio di Domenico e di Anna Polizzi.

Giovanni Rosso era uomo di notevole talento. Egli era legato da stretta amicizia col grande Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari (1719-1786), "archeologo, mecenate, scrittore", che illustrò in modo degno la Catania del '700 (e nella cui casa Giovanni Rosso morìimprovvisamente).

Dopo il terremoto del 1693 e l'attuazione del piano (regolatore) proposto dal duca di Camastra, egli promosse, quale "patrizio" della Città, l'apertura di strade sulle macerie del terremoto del '93; curò particolarmente il prolungamento dell'attuale via Garibaldi (già via Ferdinandea) da piazza Mazzini al Fortino, dell'attuale via Vittorio Emanuele (antica strada del Corso), da piazza Cutelli al mare; e nella "strada dritta" (attuale via Etnea) fece basolare il tratto da Porta di Aci (oggi piazza Stesicoro) fino al Borgo. Concepì, pure, la "passeggiata a mare", poi realizzata da Giuseppe De Felice (1859-1920).

Gli anni in cui egli operò sono gran parte di quelli medesimi del Vaccarini a Catania.

Non sarebbe improbabile, quindi, supporre che Giovanni Rosso, col suo animo ispirato al gusto e alla grandiosità, abbia concepito e realizzato, tramite il Vaccarini, l'abbellimento dello scalone (cosi da renderlo veramente monumentale) che ancor oggi arricchisce la Villa, nonchè il solenne portale, che sono del medesimo stile (e la cui immagine presentata nel 1931 alla Mostra di Firenze, nel settore "Ville e Giardini catanesi", suscitò ammirazione).